La sua foto è una delle più significative della liberazione di quel 28 aprile 2012, quando gli attivisti riuscirono a scuotere i recinti e a gridare la loro rabbia contro una multinazionale che “produceva” animali per poi cederli alle torture dei laboratori. Tante mani frenetiche si sono passate con delicatezza cuccioli, cani adulti e femmine gravide, con la consapevolezza di essere presenti ad un momento irripetibile della liberazione animale. Si abbassava il filo spinato e si sollevavano gli animali, si passavano ai compagni per cercare di salvarne il più possibile. Con il cuore in gola e l’adrenalina a mille per l’emozione non c’era il tempo per accarezzare il pelo liscio, le piccole orecchie morbide, giusto un tocco e una mano sotto alle pancine calde per poi far sparire tutti nelle borse e sotto le felpe di corsa verso la salvezza. L’avevano chiamata VITA, la cagnolina della foto che passava sostenuta da tante mani sotto il filo spinato dell’allevamento di Green Hill. Dal 6 marzo non c’è più. Se n’è andata per malattia dopo avere trascorso anni meravigliosi con la sua famiglia umana. VITA rimarrà nella storia della liberazione animale e nei cuori di tutti.