Le abilità curative degli animali, purtroppo, sono ancora molto sottovalutate da molte persone, nonostante la Pet Terapy sia ormai una delle tecniche principali appoggiate da medici ed educatori. Il termine Pet Therapy è stato coniato da Boris Levinson e significa letteralmente “terapia dell’animale da affezione” ed è scientificamente provato che questo tipo di cura porta numerosi benefici all’uomo. La presenza di un animale infatti, è fondamentale per facilitarne la cura. Già nel 1872, in Inghilterra presso il York Retreat Hospital, lo psicologo William Tuke incitò i pazienti malati mentali ad interagire e prendersi cura di piccoli animali, ciò agevolò un maggiore autocontrollo da parte del paziente favorendone le capacità relazionali. Nel 1919 dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, negli Stati Uniti d’America, al St. Elisabeth’s Hospital, vennero usati i cani per curare i malati di depressione e schizofrenia. In riferimento al presente , il 22 luglio 2016, il Ministero della Salute ha pubblicato il Piano Nazionale Integrato 2015-2018 sugli Interventi assistiti con gli animali ribadendo l’importanza di promuovere e potenziare i vari interventi e collaborazioni nella Pet Therapy. La differenza tra uomo ed animale sta proprio nel fatto che il secondo si dona totalmente, facendo abbassare battito cardiaco, difese e sensazioni di ansia. Gli animali non nutrono pregiudizi e ciò li porta ad avvicinarsi ai vari soggetti in maniera tale da eliminare ogni tipo di paura. Il paziente si lascia così andare. La Pet Therapy è una terapia aggiuntiva e non può essere utilizzata al posto delle terapie principali come psicoterapia e fisioterapia. Essa è una collaborazione tra i vari metodi di cura. Viene inoltre utilizzata per migliorare la realtà quotidiana di ragazzi affetti da disabilità fisica o mentale. L’interagire con gli animali porta a un miglioramento delle capacità comunicative che, a loro volta, aumentano il senso di responsabilità e l’autostima.
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