Da Rimini a San Marino, le associazioni animaliste si scatenano contro l’arrivo dei circhi portatori di animali esotici. Da una parte il Circo Busnelli Niuman, ospite a San Marino, dall’altra il Circo Madagascar che sarà a Viserbella di Rimini. Entrambe i circhi ospiteranno più di 50 specie animali tra cui un leone bianco, un ippopotamo e una giraffa. Contro «posture innaturali» ed «esercizi dolorosi», là dove «non c’è nulla di educativo né divertente nel guardare un animale schiavizzato dall’uomo e tolto dal suo habitat», scenderanno in campo le associazioni animaliste del territorio non soltanto riminese e non soltanto sanmarinese. È l’associazione Meta Ancona a chiamare a raccolta tutti gli oppositori per la giornata di domenica 21 luglio, dove alle 20 andrà in scena il presidio contro il circo Madagascar. L’appello alla partecipazione sta circolando tramite la pagina facebook. Per la Repubblica di San Marino invece si schiera a gran voce l’Apas San Marino che, attraverso un comunicato si dice pronta a denunciare i circensi in virtù dell’articolo 282 del codice penale che vieta espressamente gli spettacoli con impiego di animali. A San Marino non vi è una legge speciale che permetta l’attività circense con animali, a differenza dell’Italia dove «con la legge n.337/1968 si permette l’attendamento di circhi con animali. Grazie all’articolo “Leggi speciali in materia di Animali” si stabilisce che le disposizioni penali previste a tutela degli animali non si applicano ai casi previsti dalle leggi speciali in materia di caccia, di pesca, di allevamento di trasporto, di macellazione degli animali, di sperimentazione scientifica sugli stessi, di attività circense, di giardini zoologici».
Ma questioni giuridiche a parte, «il circo con gli animali non può essere più considerato uno spettacolo divertente né tantomeno educativo nel momento in cui si rifletta su come vengano addestrati gli animali. ll circo è sofferenza, privazione delle necessità primarie tipiche di ogni specie, è paura poiché l’addestramento avviene su cuccioli inermi con metodi violenti e coercitivi quali pungoli elettrici, percosse, utilizzo della frusta, sospensione della nutrizione e dell’acqua, isolamento». A differenza degli artisti poi «gli animali non scelgono di esibirsi, non scelgono di vivere in gabbia, non scelgono di essere trasportati per centinaia di chilometri chiusi in container e gabbie, in attesa di compiere esercizi forzati sotto minaccia». La denuncia è già pronta a partire. Il pensiero a questo punto non può che andare ad Ettore Weber, famoso addestratore del circo Orfei ucciso nel Barese da una tigre che stava addestrando. La vicenda non può che riscaldare ancora di più l’atmosfera attorno a un tema ancora oggi molto controverso.